“La riqualificazione di Fontivegge sarà fatta da tanti elementi come una grande orchestra sinfonica e non sarà un assolo di fiati”. Questo è il leitmotiv del lavoro che ha visto impegnati il Comune e l’Università degli Studi di Perugia nel mettere insieme almeno venti progetti di natura pubblica e privata finalizzati alla riqualificazione di Fontivegge.
Significativo l’importo complessivo del programma, che è di circa 36 milioni di euro, con un finanziamento richiesto allo Stato di 16 milioni.
La proposta è stata presentata dal Comune di Perugia al Bando nazionale per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie urbane, noto comunemente come “il Bando delle periferie di Renzo Piano”. In tale contesto il Comune di Perugia, l’Università degli Studi e i cittadini, saranno gli attori di un progetto partecipato nei suoi significati, con l’intento di studiare un nuovo modello urbano da applicare all’intero quartiere.
Il progetto ha coinvolto tutti i settori dell’area tecnica del Comune di Perugia: l’ambiente, l’urbanistica, i lavori pubblici, la viabilità, il verde pubblico, coordinati da Enrico Antinoro, Franco Marini e Antonella Pedini. Al progetto hanno partecipato anche giovani professionisti e neo laureati dell’Ateneo perugino, coordinati da Fabio Bianconi e Marco Filippucci del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia.
Il contributo del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università è nato con un accordo di ricerca nel quale il Dipartimento ha configurato una metodologia di analisi botton-down da applicare alle comunità urbane contemporanee. Il presupposto teorico riguarda l’impossibilità di calare vecchi modelli interpretativi a realtà complesse come le periferie, dove non basta mettere segni sulla carta o interpretare idee preconcette, ma vengono proposte la partecipazione e la creazione di nuovi dati da analizzare concretamente per eludere sintesi affrettate o tendenziose.
La sperimentazione che il Dipartimento sta portando avanti già da qualche anno in varie realtà umbre (Atlante degli obiettivi della Regione Umbria, Laboratorio internazionale di ricerca sul paesaggio di Assisi, Contratto di Paesaggio del Lago Trasimeno, Pianificazione alimentare di Amelia, Strategie di valorizzazione per i beni del comune di Campello sul Clitunno) consiste nel ridisegnare le relazioni fra cittadini e spazio urbano, promuovendo percorsi di riappropriazione dei luoghi nei quali il bene pubblico è anche bene comune.
In tal senso il “rammendo” auspicato a Perugia si attua attraverso il ridisegno dell’infrastruttura verde che riconnette un ambito urbano complesso, della stazione ferroviaria e i quartieri limitrofi, dal parco della Pescaia fino al quartiere Bellocchio, per arrivare a Pian di Massiano.